“ALI” nel tempo

L’Associazione Italiana per la Pedagogia Curativa e la Socioterapia Antroposofiche ha una lunga storia, che affonda le sue radici nel 1992, quando giovani entusiasti hanno desiderato unire le proprie forze ed intenti, con lo spirito di creare un impulso al lavoro comune. Fino a pochi anni fa il suo nome veniva raccolto nell’acronimo ALI, che racchiudeva le parole “di lingua italiana”, frutto dell’atmosfera in cui avvenne la sua fondazione. Oggi su queste “ali” vogliamo muoverci verso il futuro, raccogliendo al tempo stesso l’eredità di ciò che è stato. Nelle parole di alcune persone, membri di lunga data dell’Associazione, abbiamo raccolto alcune impressioni lungo il cammino; senza pretesa di essere esaustivi, e auspicando di poter allargare sempre più il cerchio di coloro che vorranno contribuire, pubblichiamo qui alcune testimonianze.

 

“Erano i primi anni ‘90. Casa Löic  era appena nata nel 1989. Esperienze di pedagogia curativa e Socioterapia erano in Italia poche, isolate nella propria fragilità  di pionieri. Dalla Svizzera italiana arriva un invito a incontrarsi nella realtà della Stella, scuola di pedagogia curativa a Lugano. Ero in svizzera francese a Clair val, Losanna, impegnato nel Corso di formazione di Educatore in Pedagogia curativa. Partimmo in macchina con il dott. Fulgosi, sulla strada ci siamo fermati a vistare La Motta sul lago Maggiore, un luogo storico per la Pedagogia curativa, fondato da Ita Wegman negli anni trenta.  Una realtà invecchiata nella struttura e in quel che vi viveva dentro. Una bella villa sul lago in condizioni di decadenza che accoglieva un gruppo di persone disabili anziane accompagnate da anziani antroposofi, vestiti in modo tradizionale. Ero giovane e ignorante e non immaginavo che avrei incontrato, senza saperlo,  alcuni dei ragazzi del Corso di Pedagogia curativa tenuto nel1924 a Dornach da Rudolf Steiner.  Arrivati alla Stella eravamo un piccolo gruppo di rappresentanti, più a livello individuale che di realtà sociali, della Pedagogia curativa in Italia e Svizzera italiana. Si sentiva il bisogno di unirsi per dar voce alle iniziative in germe in Italia e già più radicate in Svizzera. Così era nata A.L.I., e questo giustificava il nome, ormai desueto, di Associazione in lingua italiana per la Pedagocia curativa e la Socioterapia antroposofiche. Presto il centro della vita associativa si spostò da Lugano a Roma. Casa Löic a Capena (RM) negli anni novanta, ebbe una crescita stupefacente e divenne il punto di riferimento per le realtà nascenti, in particolare modo nel lavoro con adolescenti e adulti.  In pochi anni ha dato vita a un Centro diurno, una Casa famiglia, un Corso di formazione. Poi nella seconda parte del decennio del 2000, impulso ha rallentato la sua corsa, la realtà sociale è entrata in sofferenza dentro e intorno a Casa Löic. Il centro gravitazionale dell’associazione si è spostato verso il nord est e la realtà in crescita e sviluppo dei Girasoli di Trieste. A.L.I.  probabilmente nel tempo non è stata in grado di essere la  realtà che raccoglieva al suo interno le diverse esperienze che nascevano e si sviluppavano in Italia e nel tempo ha appannato la sua spinta propulsiva. Da alcuni anni sta cercando di rinnovare il suo essere, di poter rappresentare le voci che esistono e operano socialmente e individualmente in Italia. Un rinnovamento anche generazionale è in atto e muove i suoi passi e da i suoi frutti. Alcuni anni fa sono tornato a visitare, con Raffaella Brambilla,  La Motta e quale è stato il mio stupore nel trovarmi di fronte alla vecchia Villa ristrutturata, circondata da alcune nuove costruzioni che accolgono piccoli gruppi di giovani con disabilità in percorsi di vita residenziale.  Tutto era fresco e vitale, certo con il pericolo di aver perso tanto dell’ impulso iniziale, come sempre si rischia nei rinnovamenti.  Nel suo giardino una cappella con le ceneri di Ita Wegman, fondatrice con Steiner della Pedagogia curativa. Con augurio che si trovi sempre le forze di rinnovarci e collegarci con gli impulsi che ci hanno preceduto, a cento anni  dalla nascita della  Pedagogia curativa e Socioterapia, semi che devono ancora svilupparsi e dare i loro frutti maturi se noi saremo capaci di coltivare e far crescere la pianta.”

Fabrizio Aphel, fondatore e socio di A.L.I., suo presidente per un breve tempo, da poco non più nel suo CdA. Da sempre legato alla realtà di Casa Löic.

 

“Partecipare alla vita associativa di “ALI” é stato per me un dono bellissimo. Mi ha accompagnata e accolta negli anni in cui lavoravo prima in una piccola comunità per persone disabili adulte, poi in una struttura per persone tossicodipendenti. Non erano iniziative ispirate all’antroposofia, e io soffrivo di un forte senso di isolamento, dell’impossibilità di condividere le ragioni profonde del mio lavoro. Il convegno annuale di ALI era proprio il momento in cui sentivo di potermi aprire, e la mia esperienza era accolta e condivisa da persone con cui avevo in comune ideali di vita. Avevo l’impressione che le persone di cui mi prendevo cura fossero presenti con me in quel luogo dell’anima, e mi è capitato di trovare al mio rientro al lavoro i cambiamenti che avevo atteso per loro. Da allora coltivo un senso di gratitudine verso l’associazione che ha sostenuto e arricchito il mio lavoro e il mio entusiasmo.”

Roberta Tazzioli, tesoriere dell’Associazione Italiana per la Pedagogia Curativa e la Socioterapia Antroposofiche. Responsabile del funzionamento Comunità sociosanitaria La Monda.

 

Lavoro a Casa Loic, Centro di Socioterapia antroposofica, da diversi anni. Il mio incontro in questo luogo con persone speciali, a volte difficili ma anche molto geniali, ha determinato il mio cammino di conoscenza, di relazioni e di grandi aspirazioni. Attraverso Casa Loic ho avuto la concreta possibilità di conoscere e di incontrare molte altre interessanti realtà con gli estesi ideali e con altre tanto grandi aspirazioni. Queste realtà vivono e nutrono i propri ideali, progetti e iniziative nel comune incontro nell’Associazione Italiana per la Pedagogia Curativa e la Socioterapia antroposofiche, portatrice (depositaria) dell’impulso pedagogico e sociale che ha le su radice nel Goetheanum di Dornach. Il momento storico nel quale siamo tutti coinvolti oggi, ci porta a considerare il profondo bisogno di salute per l’umanità e per la terra intera. L’attuale situazione mette in luce il grande compito che ci attende per il futuro: risanare il nostro profondo rapporto con la terra e con gli uomini. La realizzazione di questo grande compito richiede l’impegno e il contributo di tutti, anche di quelli che spesso riteniamo con grandi difficoltà e limitate possibilità. L’esperienza maturata nel lavoro con persone “disabili” mi ha insegnato che anche un semplice sorriso può avere un valore estraordinario se nasce dal profondo del cuore.”

Anibal Comparin, Segretario dell’Associazione Italiana per la Pedagogia Curativa e la Socioterapia Antroposofiche. Dal 2013 Coordinatore del lavoro educativo e di Socioterapia a Casa Löic.

 

“Il mio rapporto con l’Associazione Italiana per la Pedagogia Curativa e la Socioterapia Antroposofiche risale ai primi anni ‘90, quando iniziavo la mia formazione e la pratica professionale sul campo. Allora e per molti anni seguenti l’associazione organizzava un appuntamento annuale che rappresentava un momento di incontro molto speciale, qualcosa di più di un semplice convegno: era davvero una condivisione di esperienze. Ci accomunava la partecipazione alla vita di persone fragili, sia come educatori che come genitori. La fragilità richiede in chi l’accompagna un impegno faticoso e dall’esterno può sembrare solo una via di sofferenza e sacrifici; invece proprio in quegli incontri emergeva la forza che permetteva di trasformare quella sofferenza in entusiasmo, in vitalità, in impulsi di cambiamento. Condividere esperienze così forti faceva sempre nascere nuove idee, nuove iniziative, nuove forze per affrontare le difficoltà. Anche oggi, quando riusciamo a creare condizioni di incontro, possiamo sempre assistere a questa trasformazione : ciò che appare come un limite può liberare forze nuove.”

Sara Colonna, Presidente dell’Associazione Italiana per la Pedagogia Curativa e la Socioterapia Antroposofiche. Coordinatrice Comunità sociosanitaria La Monda.

 

Circa dieci anni fa, un gruppo di pedagogisti curativi operanti in diverse realtà scolastiche sparse un po’ in tutta Italia, si incontrava a Bologna con l’impulso di mettere insieme le proprie forze, unire le proprie volontà e dare vita a un piccolo cuore pulsante dove, attraverso lo studio, il dialogo, la relazione ci si potesse collegare l’uno all’altro, raccontandosi e riconoscendosi in un cammino verso un ideale comune. Da quel primo, timido incontro siamo usciti tenendo nel cuore la gioia del sentirsi insieme  e la speranza che da questo piccolo seme potesse nascere un germoglio. Piano piano abbiamo cercato di capire in quale scuole fosse presente almeno un pedagogista curativo ed è nato un piccolo coordinamento nazionale che ha iniziato ad incontrarsi con entusiasmo. In quel periodo “ALI” era per molti di noi pedagoghi un organismo totalmente sconosciuto e nello stesso tempo l’Associazione stessa non aveva  percezione della Pedagogia Curativa all’interno delle scuole, così grazie ad un grande lavoro coordinato da Raffaella Brambilla, si è giunti nel gennaio 2014 ad un primo Convegno di Pedagogia Curativa e Socioterapia abbinato al convegno multidisciplinare della SIMA. La partecipazione è stata ampia: realtà di socioterapia, di pedagogia curativa e rappresentanti delle diverse terapie si sono raccontati e conosciuti portando l’uno all’altro interessanti spunti di riflessione. Da lì è nata la collaborazione con l’Associazione e ha preso avvio un intenso dialogo sullo stato di salute del movimento di Socioterapia e Pedagogia Curativa in Italia. Ogni realtà portava in sé una diversa consapevolezza in merito alle proprie fragilità e ai propri punti di forza, ma emergeva un impulso nuovo con una chiara domanda di rappresentatività indirizzata all’Associazione Italiana, vissuta e pensata come possibilità di luogo che accoglie l’impulso della Pedagogia Curativa e della Socioterapia. Questo richiedeva la capacità di trasformare un’esperienza per rispondere alla domanda del tempo e ciò poteva avvenire solo se ognuno portava in sé, responsabilmente, la volontà del cambiamento. Così è iniziato il mio impegno nell’Associazione, in un continuo respiro tra il dare e il ricevere: dare tempo, impegno, partecipazione, pensiero e nello stesso tempo sentirsi nutrita da questa esperienza di profonda condivisione di esperienze, aneliti e speranze. Ora come allora siamo stati chiamati ad assumerci l’impegno di un rinnovamento e di una nuova trasformazione. Ci guida l’intento comune a nutrire spazi, momenti e luoghi di approfondimento e condivisione, dove sapere ed esperienza si incontrino per creare qualcosa di nuovo, nella convinzione che sostenere la possibilità di un ampliamento dello sguardo possa diventare un aiuto all’umanità, sempre più minacciata.

Lucy Battistuzzi, membro del CdA dell’Associazione Italiana per la Pedagogia Curativa e la Socioterapia Antroposofiche. Attiva nella Pedagogia Curativa presso la Scuola “Novalis” di Conegliano.

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